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I Plastic lungs lanciano Chamaleon!

plastic lungs

Direttamente da Schio una elettropop band chiamata Plastic Lungs che trasporto, convince ed emoziona. Recensione a cura di William Voi. Buona lettura

 

Difficilmente qualcosa di nuovo mi colpisce positivamente ad un primo ascolto in maniera così netta. Già a partire dal nome, “Plastic Lungs”, decisamente evocativo, e dal titolo del loro primo EP, “Chamelon”, mi sono trovato davanti qualcosa di interessante e che ha certamente destato la mia curiosità.

Sarà che che ho trascorso i miei ultimi 4 mesi in Veneto e mi sono un po’ affezionato a questa splendida regione, sarà perché amo gli Atoms For Peace e il Thom Yorke solista e la musica elettronica con voce femminile ( Portishead, Massive Attack … ),

ma devo dire che i nostri 4 amici di Schio (VI) mi hanno davvero convinto.

Vittoria Cavedon (voce), Riccardo Persico (synth/drums), Stefano Maino (bass/guitar/bass synth) e Mattia Tagliapietra (guitar), riescono ad ordire trame fredde e sintetiche ma intense allo stesso tempo riuscendo nell’arduo compito di mostrarsi “camaleontici” come suggerisce il titolo del loro EP, ma anche ben consci della loro proposta, insomma 3 ragazzi ed una ragazza preparati e con le idee chiare.

La title-track ci introduce nel mondo dei Plastic Lungs con un maestoso intro di piano elettrico che ricorda ai più vecchi come me le sonorità di un certo Robert Miles (ah, gli anni ’90 … ) ma i nostri amici veneti hanno un’arma in più: la splendida voce di Vittoria che ci conduce in un’altra dimensione, onirica e senza tempo.

E tutta la forza e la vocalità della cantante si sprigiona già nel secondo brano, “Falco”, dove strofe e ritornello si incastrano alla perfezione con la drum machine

e i synth, onnipresenti. In certi frangenti, la voce di Vittoria ricorda in maniera inequivocabile quella di una grandissima interprete e cantautrice olandese, ovvero Anneke van Giersbergen (The Gathering, Agua De Annique.)

“Notes” si apre con un arpeggio di chitarra elettrica che lascia presagire un brano movimentato ed in effetti la ritmica quasi dance, ma sottotraccia, la fa da padrone sempre e comunque accompagnata da una melodia vocale davvero efficace

(“All I need sometimes is turning on the lights, like the sun I will rise” canta Vittoria e sembra davvero che ogni cosa si illumini di vita propria, grazie alla sua evocativa vocalità).

La qualità maggiore riscontrata nell’ascolto di questo EP è certamente l’omogeneità dei suoni e degli arrangiamenti, ogni cosa sembra legata indissolubilmente da un filo conduttore invisibile ma che risulta evidente ad un orecchio più attento ed allenato.

Da sottolineare, soprattutto, la peculiarità della metrica utilizzata da Vittoria la quale denota una certa ricerca sonora più che semantica nella stesura dei testi, particolare che apprezzo tantissimo, poiché sono sempre del parere che tutto sia già stato detto e scritto e quindi ci resta solo, appunto, la suddetta ricerca sonora, anche se non sempre efficace o semplice da attuare, come accade, invece, nel brano che chiude il lavoro, ovvero “Song for a Mother”, dove troviamo sempre e comunque gli intrecci di chitarre, synth e drum machine ben presenti ed efficaci, come in tutto l’EP che scorre via, a dire il vero, troppo presto e troppo velocemente …

We want more, mi viene da dire … il che è un bene di questi tempi, frenetici, che hanno ridotto la nostra soglia d’attenzione ai minimi storici.

Questi 15 minuti scarsi ci lasciano, quindi, con l’amaro in bocca e l’unica cosa sensata da fare è ricominciare daccapo, over & over again … in attesa, si spera, di un full-lenght che appaghi la nostra (la mia) fame insaziabile di buona musica.

Plastic Lungs

Plastic Lungs – 1

Plastic Lungs - 2

Plastic Lungs – 2

Plastic Lungs - 3

Plastic Lungs – 3

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