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Misto – Helios – Recensione

A distanza di un anno e mezzo, mi ritrovo a recensire il secondo capitolo di questo interessantissimo e intrigante progetto che prende il nome di MISTO.
Dopo Infinite Mirrors, EP di 6 tracce pubblicato nel Febbraio del 2016, arriva come un fulmine a ciel sereno questo nuovo lavoro, Helios, anch’esso composto da 6 tracce interamente strumentali.

Con questo EP, Mirko sembra voler andare oltre i “paesaggi eterei” del primo lavoro proponendoci qualcosa di decisamente più complesso e articolato, un perfetto seguito di Infinite Mirrors ma con un pizzico di personalità in più. In effetti, scorrendo le 6 tracce del nuovo lavoro, si percepisce sempre di più lo stile
personale ed intimo del compositore ligure che si dimostra un perfetto traghettatore di anime, un moderno Caronte, che trasporta le nostre anime attraverso luoghi sconosciuti. In tutto il disco si nota in maniera netta ed inquivocabile la volontà del nostro di picchiare più forte e di abbandonare le sonorità dolci e melliflue del primo lavoro, anche se in un brano come Set your Firearms against the Sun le due anime coesistono e si amalgamano perfettamente l’una nell’altra con esplosioni elettriche a supporto di melodie post-rock che ci portano indietro di una ventina d’anni.

A spiccare, o quantomeno ad attrarre maggiormente le mie orecchie, sono i riff tosti e cazzuti che su Infinite Mirrors risultavano praticamente assenti. Helios, la traccia numero 5 dell’EP, è la perfetta sintesi della musica di Misto: arpeggi lineari, semplici ed intensi inframezzati da lunghi silenzi e pause in attesa della tempesta finale, un brano che avvicina Mirko sempre di più ai grandissimi Alcest e lo allontana dalle avanguardie post-rock in stile Tortoise e Mogwai che avevano caratterizzato il suo primo lavoro.

In sintesi, non posso che giudicare positivamente questa nuova fatica di Mirko Viscuso aka Misto, perché non fa altro che confermare quanto di buono già prodotto con Infinite Mirrors e dimostra, inequivocabilmente, il volto che questo progetto vuole mostrare a chi lo ascolta, un volto dai tratti ben definiti che sicuramente ci guiderà attraverso mondi lontanissimi nel prossimo futuro. Da ascoltare rigorosamente ad occhi chiusi, possibilmente in cuffia, non prima di
aver riascoltato Infinite Mirrors.

 

 

 

 

 

 

 

 

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