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Pier Adduce – Intervista

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Pier Adduce, un disco solista, una nuova avventura, come ti senti? Come sta procedendo al momento questa tua nuova “esperienza” discografica?

Mi sento bene nonostante lo scenario intorno. Sono vivo e scalciante, e non è poco di questi tempi. .

Non so come stia procedendo questa nuova esperienza, anche perché siamo soli agli inizi. Te lo potrò dire meglio tra un po’. 

Mi ci sento bene però e credo crescerà col tempo, suonando in giro, come è sempre stato in genere. 

Coi TreSette ( i musicisti che mi accompagnano), dal vivo, con questo disco, i primi concerti sono stati elettrizzanti!

Il tuo nuovo disco “La bottiglia blu” è stato pubblicato da qualche settimana, le tue aspettative al momento sono state soddisfatte?

Si, sono molto soddisfatto del disco prodotto. E’ andato anche al di là di quello che prospettavo di fare… Grazie anche alla produzione di Giovanni Calella – con cui collaboro già da molti anni – con me per realizzarlo.

Il disco è stato pubblicato da Orzorock music com’è nata questa collaborazione?

Conosco Orzorock già da tempo, dai festival storici che organizzavano sul fiume Trebbia, in zona Piacenza, e dove suonammo anni addietro. Anche gli ultimi due dischi dei Guignol hanno avuto il loro supporto. Gabriele Finotti e Gabriele Gnecchi, i due responsabili dell’etichetta, sono due amici con cui collaboriamo quando è possibile.

Ascoltando “La bottiglia blu” ci siamo imbattuti in un disco di qualità, pieno di spunti, riferimenti, passione, quindi è ancora possibile, oggi, fare ancora musica di un certo tipo. Che consiglio avresti oggi per i giovani cantautori?

Consiglio? Nessuno consiglio. Tanto meno ne ho da darne di buoni

Come diceva anche Oscar Wilde “darne di buoni sarebbe perfino fatale!”…:).  Non iniziate! Lasciate perdere! Oppure: fate come credete ciò che ritenete di voler fare! Possibilmente, però, se proprio volete, non fatelo per conformismo con la “scena” attuale, o per compiacere qualcuno, o qualcosa che al momento pare funzionare. Solo questo. 

Vediamo dai tuoi social che la tua attività dal vivo è ripartita, sei un’artista che suona (e suonava) molto in giro per l’Italia, questo è un chiaro segnale che il tuo progetto è amato ed apprezzato. Qual è la formula segreta per il tuo (piccolo/grande) successo?

Si, ho sempre suonato parecchio, vero. 

Nessuna formula, quello che produco coi suoni e coi versi è parte integrante della mia vita, e per renderli al meglio ci lavoro e mi ci impegno al massimo delle mie possibilità. 

D’altra parte non credo i miei progetti siano particolarmente amati – né io particolarmente apprezzato! – né adesso, né coi Guignol in passato. 

Non mi risulta aver avuto mai alcun  tipo di successo.

Faccio solo quello che mi piace e quello in cui credo, nel modo in cui lo so fare. 

Qualcuno, magari, lo apprezza e suppongo mi porti un qualche “rispetto” in virtù di ciò. Forse è solo questo.

Il panorama non sembra più interessato ai cantautori che han qualcosa da dire, la musica pop, trap, hip hop è un fiume in piena soprattutto per i giovani. Questo ti preoccupa?

No, non più di quanto mi preoccupasse prima.

A ondate, e mode differenti, è sempre stato grosso modo così, anche in altri periodi

Il “panorama”, come lo chiami tu, coincide quasi sempre col “mercato” vigente…  

I Che stretto o ampio che fosse (vivace oppure ottuso ecc…) non mi ha mai riguardato un granché.

Ascolto – e osservo! – tutto quello che accade intorno, ma non me ne curo più di tanto a dire il vero. 

Raccontaci pure dei tuoi prossimi passi (imminenti e non solo)

Non saprei. Se non precipitiamo in un ulteriore disastro mondiale spererei di restare in salute, innanzitutto, e magari continuare a scrivere e a fare musica. Spererei anche di tornare a suonare come e possibilmente anche meglio di prima… 

Intendo continuare a restare giovane e inguaribilmente ottimista!:)

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