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Il dubbio e la loro evoluzione (Intervista)

Abbiamo fatto una piccola chiacchierata con il Dubbio, ecco qui com’è andata! Buona lettura!

 

-“Evoluzione” è il vostro primo disco: quando avete cominciato a progettarlo e qual è stato il primo brano che avete scritto?

Il primo brano è stato proprio “Evoluzione”, anche in virtù di questo abbiamo deciso di chiamare l’album così. Il brano è nato nel mese di aprile 2017 durante delle jam session. Da lì poi sono nati via via gli altri.

 

-Il disco si propone come un percorso all’interno di una villa abbandonata. Qual è la metafora della villa e quali sono le suggestioni che volete evocare con essa?

In questo disco ci siamo ispirati alla realtà che ci circonda. Il cammino nella villa disabitata replica il cammino di una vita intera, ripercorrendo la fase iniziale di scoperta delle cose, ogni stanza della villa rappresenta un sentimento diverso, fino ad arrivare all’ultimo brano “Sorriso”…

 

-Nel vostro immaginario tutto sembra sempre in movimento, in divenire: a cominciare dal titolo del vostro primo lavoro, “Evoluzione”, continuando con l’idea del percorso interno alla villa, proseguendo ancora con il vostro primo singolo, “Conto i passi”. Qual è per voi la meta di questo continuo muoversi, andare e scorrere?

Non fermarsi, non arrendersi mai. La meta è il percorso stesso, non smettere mai di imparare, apprendere e dare sensazioni positive.

 

-Il singolo “Conto i passi” è accompagnato da un videoclip davvero particolare e realizzato con disegni che si susseguono come all’interno di un fluido contesto spazio-temporale che trae spunto dalla realtà ma la sviluppa anche in maniera onirica. Qual è il messaggio del brano che volevate enfatizzare con questo tipo di video e qual è stato il processo creativo che ha condotto ad un videoclip così immaginifico?

Per la realizzazione ci siamo rivolti ad un noto artista biscegliese (Domenico Velletri) a cui abbiamo semplicemente chiesto di trasporre nei suoi splendidi disegni ciò che gli veniva in mente ascoltando il brano. Gli abbiamo dato piena fiducia e siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto.

Il messaggio del brano è quello di non smettere mai di cercare la libertà interiore indipendentemente dalla condizione esterna.

 

-Come si diceva, questo è il vostro primo lavoro, ma in realtà la vostra formazione, con altri nomi, esiste da diversi anni e ha dato vita a diversi progetti. Quanto delle precedenti esperienze è confluito ne Il DUbbio e in cosa invece questo vostro nuovo progetto si discosta drasticamente dai precedenti?

Abbiamo preso i frutti di tutte le precedenti esperienze, l’attitudine al rock permane, anche se in questo lavoro è decisamente più velata. L’idea de Il DUbbio l’ho partorita io, Nicola Lotti, ma dei La Musa e del Demone Meschino ho portato in questo nuovo progetto anche i musicisti e le amicizie.

 

-Cosa farà Il DUbbio durante l’estate2019?

Abbiamo già tre nuovi inediti che portiamo già live e speriamo di riuscire a fare un secondo disco entro fine anno. In particolare per l’estate abbiamo in ballo la partecipazione ad un festival di livello nazionale ma non diciamo altro per scaramanzia…

 

-Se doveste salutare i nostri lettori con un verso tratto da una vostra canzone, quale scegliereste?

“Con un timido saluto Giorgio se n’ è andato, senza una lettera o una telefonata, dimenticato da chi non lo ha mai cercato, dimenticato da chi non lo ha mai amato”, tratto dalla canzone “Giorgio”.

 

GIOVANNI “JO” LOBRUTTO

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