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Scheer – “Infliction” (1996)

Scheer

Inauguriamo la nuova sezione per le “Recensioni per pochi” a cura di William Voi. Infliction degli Scheer è il primo album che vogliamo presentarvi. Buona lettura e buon ascolto!

 

Oggi parliamo di questa semi-sconosciuta band di Londonderry (Irlanda del Nord) e del loro unico disco ufficiale pubblicato proprio 20 anni fa nel lontano 1996 dalla famosa etichetta britannica 4AD (Blonde Redhead, Bon Iver, Atlas Sound, Deerhunter, Efterklang, Rachel Goswell, The National, Neil Halstead, Scott Walker, tanto per citare alcuni artisti nel roster della label). Sheer

Il disco in questione si intitola “Infliction” e contiene 10 tracce di puro alternative rock al fulmicotone, ovviamente molto british ma con un occhio agli USA del periodo grunge e una forte influenza metal, decisamente accentuata dalle chitarre iper-distorte e dalla sezione ritmica martellante. Scheer

La prima impressione che si potrebbe avere ascoltando e, soprattutto, osservando gli Scheer e la ”redhead” Audrey Gallagher in particolare, ci porta a pensare che i nostri siano semplicemente una sorta di cloni dei primi Garbage, ma si sa, l’apparenza inganna e non bisogna mai soffermarsi alle prime impressioni. Scheer

In effetti, c’è molto di più. Se i Garbage si lasciano ammaliare da un pop “sintetico” e leggero ma al tempo stesso sofisticato grazie ai testi spesso ironici e dissacranti di Shirley Manson, la band nord-irlandese risulta notevolmente più “grezza” e istintiva come nella migliore tradizione grunge, rischiando però di somigliare un po’ troppo agli Skunk Anansie di “Stoosh”. Scheer

Nonsotante ciò, gli Scheer dimostrano di possedere tutte le carte in regola per essere definiti vera e propria band di culto, pur sempre underground, ma con una forte personalità.

Rocciosa la sezione ritmica, capitanata da PJ “Doc” Doherty, bassista nonché fondatore della band, coadiuvato dall’ottimo Joe Bates dietro le pelli. Scheer

Tra arpeggi e ritmiche serrate, Neal Calderwood (Lead Guitar) e Paddy Leyden (Rhythm Guitar) tessono trame non sempre originali ma spesso efficaci, soprattutto negli inaspettati intermezzi acustici (“Goodbye”).

I testi della bella e brava Audrey Gallagher pur risultando decisamente semplici e adolescenziali, denotano un dolore mai sopito, una ferita mai cicatrizzata del tutto. In effetti, il concept dell’intero album ruota tutto attorno alla figura di un misterioso uomo che, probabilmente, non ha ricambiato l’amore della povera Audrey o semplicemente le ha spezzato il cuore, tanto da dedicargli una sorta di macabro epitaffio (“Wish You Were Dead”).

Cuori spezzati, tristezza, solitudine, rabbia repressa, baci rubati, menti accecate dall’odio e dall’amore, sono questi i temi principali di “Infliction”, una sorta di catarsi ed esorcizzazione a mo’ di auto-preservazione, fisica e mentale, ma anche un’auto-punizione (“Sad Loved Girl”) per ciò che poteva essere e non è stato, in definitiva, un disco consigliatissimo per gli amanti del rock alternativo e per tutti i romantici delusi e disillusi.

Tracklist:

  1. Shea*
  2. Howling Boy*
  3. Wish You Were Dead*
  4. In Your Hand*
  5. Demon*
  6. Babysize
  7. Sad Loved Girl
  8. Driven
  9. Screaming
  10. Goodbye

 

Ascolta “Infliction” su Spotify

“Wish You Were Dead” Official Videoclip

Line-up:

Audrey Gallagher: Voce

PJ Doc Doherty: Basso

Paddy Leyden: Chitarra Ritmica

Neal Calderwood: Chitarra Solista

Joe Bates: Batteria

Provenienza: Londonderry, Irlanda del Nord

Periodo di attività: 1993-1998

Influenze: Garbage, The Gathering, Skunk Anansie, Lacuna Coil

Best Quotes:

I’ll forget that I ever let you in,
And I’ll pretend that this isn’t happening
Tried so hard to keep you out but nothing seems to make it any easier
When all I have is you inside my head,
You’re in my head and it would be much easier if you were dead
 – “Wish You Were Dead”

In my next life I won’t listen to anyone,
Who says that they can give you more than I can,
All I have, all I have. – “In Your Hand”

 

Scheer - Infliction

Scheer – Infliction

 

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