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Intervista ai NONNON

Si intitola “L’inganno di un mondo ideale” l’album della band lombarda dei NONNON, attiva nel panorama indipendente dal 2006.

“L’inganno di un mondo ideale” su YouTube

Ci raccontate chi sono i Nonnon e il motivo della scelta di questo nome?

Ciao! I Nonnon sono sei amici, conosciuti tra i banchi del liceo e in seguito fuori tra lavoro e i compagni del calcio.

La musica non la facciamo per mestiere ma ne siamo talmente innamorati che non ci pensiamo proprio a lasciarla fare solo agli altri.

Il nome è un’idea geniale del nostro chitarrista Paul. È una citazione da “Invito ad una decapitazione” di Vladimir Nabokov. Nel libro, i Nonnon sono questi oggettini informi, nodosi, sgraziati e anche vagamente orripilanti che – però – se riflessi nel giusto specchio sanno restituire un’immagine sensazionale, un desiderio che si avvera… assoluta bellezza.

Credo possa rappresentare una sorta di trascendenza. Nel momento in cui saliamo sul palco e imbracciamo i nostri strumenti la volontà è di essere qualcosa di sublime come solo la musica può essere.

Il vostro album tra cantautorato e sogno. Ci raccontate la genesi?

Noi siamo assolutamente dipendenti dalla musica in studio. Passata la sbornia dopo la pubblicazione dell’EP inedito “5 di 4”, abbiamo sentito la necessità di crescere.

Peraltro, nel frattempo, abbiamo raggiunto la formazione attuale, con l’arrivo di Robi ed il ritorno di Paul in pianta stabile; quindi eravamo pronti a dire qualcosa tutti assieme.

Abbiamo capito di aver raggiunto una coesione, una identità suonando. I tasselli erano tutti al loro posto, il messaggio finalmente chiaro.

I pezzi principali dell’Inganno (L’inganno di un Mondo Ideale), erano pronti. L’espressione dell’album ha il profumo non solo del cantautorato, ma anche di tutta la musica che ha influenzato ognuno di noi.

Il vostro sound e i vostri testi hanno molto della musica italiana che è entrata nella storia e sui libri di italiano. Quali sono i vostri punti di riferimento?

Ricollegandoci alla domanda precedente, la nostra fortuna è certamente essere sei teste dissimili che ascoltano/vivono sei generi quasi del tutto diversi.

Naturalmente il cantato riconduce velocemente al filone del cantautorato italiano e dei grandi gruppi italiani degli anni ‘80 e ‘90, ma fra le pieghe dell’album potrete cogliere accenni di metal, influenze del rock americano ed anglosassone dal ‘70 al ‘90 e perfino qualche accenno orchestrale.

I Nonnon sono quello che succede quando riesci a far andare d’accordo tutti questi diversi linguaggi che in modi differenti cercano di esprimere una cosa sola.

Qual è il vostro rapporto con i Live?

Ci piacciono un sacco! Beh… la verità è che un pochino ne sentiamo la pressione, ne subiamo l’aspettativa.

Il live è però uno dei motivi per cui uno si mette a suonare, senza non saremmo completi.

Con il nuovo anno puntiamo a massimizzare il numero di concerti dal vivo, perché credo rafforzino la coesione della band e meglio veicolano il messaggio che vogliamo dare.

Con la dimensione Live avvii un dialogo che se giochi bene rimane indelebile.

La musica e l’immagine sono oramai una cosa sola. C’è una scelta dietro il non pubblicare videoclip ufficiali?

No, non c’è una scelta in tal senso.. anzi, abbiamo in cantiere in Videoclip in fase avanzata e che speriamo di pubblicare quanto prima.

Ahimé! Abbiamo tante idee in testa che vorremmo vedere già realizzate, poi però ci manca il tempo e rimaniamo impantanati nella frenesia di una vita divisa tra lavoro, sogni e musica.

Quali saranno i vostri prossimi passi?

In questo momento stiamo cominciando a strutturare un Ep che sarà composto dai brani più dark del nostro panorama musicale. Due canzoni (“le buone maniere” e “riflessi”) li avete già sentiti ascoltando “L’inganno di un mondo ideale”; poi ci saranno due inediti e un pezzo storico dei Nonnon (Epilogo).

Questo Ep, con malcelata presunzione, vi consigliamo di ascoltarvelo almeno una volta perché daremo il massimo!

L’album dei Nonnon su Spotify

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