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Libero si racconta!

Un caffè virtuale ed una chattata possono bastare per conoscere almeno in superficie un’artista. Noi come al solito ne abbiamo approfittato per rubare tempo al cantautore Libero! Qui il risultato!

Ciao! Benvenuto! Rompiamo subito il ghiaccio chiedendoti qualche info biografica e soprattutto se puoi raccontarci com’è nato il tuo progetto. (magari raccontaci qualche piccolo aneddoto che fa sempre piacere)

Ciao! Mi chiamo Libero e vengo dalla Sicilia. Il mio progetto solista nasce nel 2016 circa, ma scrivo canzoni per altri interpreti dal 2010. Semplicemente, ad un certo punto, ho deciso di fare da me. Suono chitarra, mandolino, armonica, ukulele, didgeridoo, pad e synth elettronici.

Ascoltando il tuo ultimo disco siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall’uso del dialetto, scelta coraggiosa. Secondo te questo potrebbe limitarti dall’arrivare ad un pubblico più ampio?

Come dice Ezio Noto, cantautore siciliano, nonché caro amico, “sono cresciuto ascoltando Ac/dC, Led Zeppelin e tanta altra musica di cui non capivo le parole, ma che amavo tantissimo”. Ed è vero! La musica è il linguaggio universale. Se deve arrivare, arriva ovunque ed a chiunque

Quali sono i tuoi riferimenti musicali preferiti (sempre se ne hai)

Neil Young, John Butler, Nirvana, Tame Impala, Daft Punk.. prendo spunto da ogni cosa che riesce a lasciare un segno.

Come nasce il tuo ultimo singolo?

Dalla voglia di sperimentare. Volevo unire idee etniche a suoni electro, lingua Italiana e Siciliana al Francese. Au Maghreb ne è il risultato!

Ci sarà possibilità di vederti dal vivo? Hai date programmate?

Sì, sarò a Cinisello Balsamo (Milano) l’8 giugno in Piazza Gramsci.

Dove ti vedi da qui a dieci anni?

A fare musica, la mia, come sto avendo la fortuna di fare adesso.

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