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I Melissa Swam si raccontano!

Intervista ai Melissa Swam, giovane band siracusana composta da cinque ragazzi accomunati dalla loro diversità e dalla loro voglia di fare musica inedita

Abbiamo intervisto i Melissa Swam, giovane band siracusana composta da cinque ragazzi accomunati dalla loro diversità e dalla loro voglia di fare musica inedita, in questi anni difficili per la musica indipendente.
Ecco cosa ci hanno raccontato!

Per chi vi conosce dall’inizio sa che vi chiamavate “The Swam” solamente, quindi, a che punto è arrivata Melissa, anzi.. chi è Melissa?

Lorenzo: “Risponde Andrea!”
Andrea: “Melissa Swam è una naturale evoluzione dei The Swam, che suonava un po’ troppo da boy band. Nati come tanti gruppi facendo cover, Melissa Swam è il passaggio da boy band/cover band, a cantautori, autori e musicisti”.

Perchè proprio Melissa?

Andrea: “Suonava bene”.
Salvo: “Rispondi seriamente, non è una risposta… In realtà vogliamo metterlo in difficoltà perchè l’abbiamo scelto veramente perchè suonava bene”.

Qual è la vostra storia?

Salvo: “L’assetto iniziale era quello che è adesso tranne Andrea, semplicemente avevamo deciso di mettere su una formazione che prescindesse dalla chitarra elettrica, un po’ tutto sul folk, indie, molto acustico, anche perché inizialmente era tutto molto instabile, non c’era un progetto ben preciso, soltanto dopo ci siamo accorti che le cose suonavano bene ed abbiamo deciso di aggiungere una chitarra elettrica. Tramite conoscenze di Walter che conosceva già Andrea abbiamo deciso di “provinarlo”, ed ha cominciato a suonare con noi”.
Lorenzo: “Diciamo che ci ha provinato lui dicendoci: “Vi faccio sapere se andate bene!”.
Andrea: “Non ero nemmeno troppo convinto!”

Parlando dei vostri progetti, nella vostra biografia definite “Rimozione forzata” come una grande sbronza per dimenticare qualcuno…

Andrea: “Risponde il Maestro visto che lui è il fautore”.
Lorenzo: “Pensavo che nessuno avesse mai letto la nostra biografia, comunque sì, Rimozione forzata è il primo EP che abbiamo scelto pensando alle macchine che portano via quando sono posteggiate in posti in cui non dovrebbero stare in Ortigia. Poi per inventarci sempre una storia tipo Melissa, abbiamo pensato che Rimozione forzata è stato creato per dimenticarci di qualcuno..”
Salvo: “Si, alla maniera Freudiana, però effettivamente il tutto è partito da una multa presa da me, eravamo insieme e andavamo ad un concerto e sopra di noi imperava il cartello Rimozione forzata e da lì abbiamo pensato a trovare un risvolto filosofico al tutto. Tra l’altro le canzoni che compaiono nell’EP hanno questa tematica del rimuovere qualcosa del passato”.

Lo scorso Novembre, la (R)esisto di Ferrara pubblica il vostro primo album, qual è stata la sensazione quando avete posato tutto ed il mix era finito?

Andrea: “Un disco è come un figlio, magari non uscirà mai come l’hai pensato inizialmente, posare uno strumento, spegnere il computer ed ascoltare il disco è una bella botta, perchè vieni da ore ed ore di lavoro. Alla fine dici, finalmente ce l’abbiamo fatta”.
Lorenzo: “E’ un parto”
Salvo: “Lavorandoci su hai l’impressione di migliorare sempre di più, quindi il lavoro non finisce quasi mai e ad un certo punto è necessario fermarsi accettando quello che si è fatto, stoppandosi e realizzando che questo è il meglio che si possa avere”.
Andrea: “Aggiungo che diverse volte mi è capitato di fermarmi ed aspettare dieci giorni per riascoltare quello che si era fatto, dopo la quarta volta ho capito che quello che abbiamo oggi sarebbe stata la versione definitiva del disco”.

Il primo singolo estratto dall’album è “Taxi”, che racconta la storia tra passato e presente messi a confronto richiamando l’importanza di essere fedeli a se stessi..

Lorenzo: “Davvero?”
Salvo: “Si, anche in Sfumature si dice qualcosa del genere, stare bene con se stessi è il sinonimo di stare bene con le altre persone, Taxi è il mondo che ti scorre a fianco ed attorno a te che sei fermo, una volta avuta un’identità concreta hai la capacità di valutare il passato e ciò che capiterà in futuro. Ma il punto fermo sui cui io tengo è creare una mia identità fissa nel tempo”.

Anche le più grandi band hanno una canzone che odiano ma che alla fine finisce nell’album. Quali sono le vostre?

Lorenzo: “Diciamo un po’ tutte”.
Andrea: “Sì in effetti quando si fa un disco i pezzi sono già vecchi pezzi per te, non sono delle novità ed in realtà ti capita di dire la metto o no; la canzone più controversa è Nuvole, perché è una di quelle canzoni che ti viene chiesta di farla a ripetizione, perché funziona, ma è anche una delle prime.”
Salvo: “Sì e ci ha un po’ stufato, è stato il nostro punto di partenza ma sicuramente rappresenta l’inizio di un’evoluzione che spero non termini mai”.

Domande scomode: qual è il vostro processo creativo? Com’è venuta fuori Pallida Roma?

Salvo: “Chi se lo ricorda?”
Lorenzo: “Non me lo ricordo più”
Salvo: “Il nostro processo creativo è molto confusionario, ognuno di noi porta i suoi colori ed i suoi tasselli e poi il montaggio finale nella maggior parte dei casi tocca a me, ma ovviamente è tutto democratico”.
Andrea: “Molto poco democratico”
Salvo: “Siamo molto sinceri”
Andrea: “Se non ricordo male Pallida Roma è partita da un riff..”
Salvo: “Lorenzo scrisse le strofe ed io le rielaborai metricamente, poi il ritornello venne ad Andrea in cinque secondi durante una prova, improvvisato, comprese le parole”.
Andrea: “Purtroppo sono il più impulsivo”
Lorenzo: “Se dobbiamo dirla tutta, Alessandro e Walter nella fattispecie si occupano dell’arrangiamento iniziale, poi successivamente io, Salvo ed Andrea litighiamo sulle parole trasformando in continuazione il testo”.
Andrea: “Questo è il bello che ci da la possibilità di fonderci, siamo sempre tutti coinvolti”.

Avete in cantiere nuovi progetti? Le vostre nuove cose rispetteranno le sonorità o ci sorprenderete?

Salvo:“Oggi come oggi bisogna sempre trovare la continua novità, una volta invece la caratteristica di un artista era sempre rimanere fedele a se stesso, oggi invece c’è la voglia di trovare una nuova chiave senza snaturarsi troppo, andare avanti, aggiungendo o togliendo qualcosa facendo sempre qualcosa di nuovo ed interessante”.
Lorenzo. “Come dice Caparezza il secondo album è sempre il più difficile. Il primo album è uscito bene perchè abbiamo fatto un giro, un testo che ci piaceva ed abbiamo messo nero su bianco. Il secondo sarà molto più ricercato, raffinato, folk, alternativo, elettronico, qualsiasi cosa faremo sarà diverso dal primo, insomma, un greatest hits”.

Come vivete l’esperienze live e cosa provate quando siete sul palco.

Lorenzo: “E’ strano perchè abbiamo fatto un anno con Andrea e poi con Daniele, chitarrista elettronico e siamo stati con lui, poi abbiamo continuato in quattro ma ci siamo sempre divertiti, tipo Alessandro che si dimentica gli accordi e mi guarda, Walter che picchia dopo che lo rimproveriamo, la parola chiave è divertirci”.
Alessandro: “Per me è un’ emozione doppia poiché comunque non suono spesso come prima, e vivo il tutto doppiamente ed è sempre una bella sensazione”.

Qual è quello che vi è rimasto più nel cuore?

Lorenzo: “Salvo non ha memoria”.
Salvo: “E’ vero ma ricordo un live che è stato…”
Walter: “Io ricordo il live a Dicembre al Die Hard a Ferrara”
Salvo: “Un bel live è stato uno fallito completamente, lo ricordo perché dopo che avevamo montato la strumentazione e non c’era pubblico ci mettemmo a suonare ed uscirono cose carine che emozionarono noi cinque e basta, un momento di intimità”.
Lorenzo: “Tra l’altro è l’anticamera del concerto di stasera, è arrivato Alessandro ma non risponde!”
Andrea: “Ha problemi di mutismo”.
Lorenzo: “Un bel concerto è stato al Giufà a Febbraio, ed al Mizzika l’estate scorsa che finì a Karaoke dei nostri brani, come le canzoni cantate dalla sorella di Alessandro”.
Salvo. “Sì diciamolo perché!  Perché dopo un’ora e mezza di concerto ci chiesero di suonare di più ed io non avevo più voce”

Cosa vi aspettate e cosa non vi aspettate dalla musica?

Alessandro: “Tette”

Alessandro parla e scatta l’applauso.

Salvo: “Io mi aspetto di crescere”
Walter:  “Noi suoniamo per il piacere di suonare, questo gruppo non era nato per fare serate grosse o per avere un’etichetta indipendente, ma strada facendo le cose hanno preso un’altra direzione, potrebbero essere cose grosse come la Sony ad esempio o scioglierci, non lo sappiamo, suoniamo solo per il piacere di fare musica, quello che accadrà, accadrà”.
Andrea. “Parlo per me ma parlo a nome di tutti, in questo gruppo siamo un po’ tutti dipendenti da questa droga che è la musica, nella vita di un musicista questa cosa non deve venire meno, non è aspettarsi qualcosa, è un bisogno”.
Walter. “Se si vuole andare avanti bisogna darsi da fare e rompere le palle a locali, etichette ecc.. proprio per questo salutiamo Max della Resisto con affetto!”

Ringraziamo i Melissa Swam per averci concesso questa intervista, vi lasciamo con un grosso in bocca al lupo ed un arrivederci! Questa è “Melissa”  per Aretusea Magazine.

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