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Gli ELECTRIC SOULS si raccontano!

Ciao ragazzi, ci avete molto colpito con il vostro bel singolo “Colorfulness Of You”, che sembra decisamente figlio di epoche musicali passate (soprattutto i magici anni ’70), siete d’accordo?

Da una parte non possiamo nascondere che molti dei nostri idoli vengono da quel periodo magico a cavallo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70, dunque inevitabilmente molte influenze musicali provengono da lì. Il nostro modo di suonare rispecchia certamente quella musica e l’intenzione che c’è dietro. D’altra parte è vero anche che la potenza di quel periodo musicale è tale che si riflette in tutti gli artisti che sono venuti dopo, per cui inevitabilmente ogni artista crediamo risenta almeno in parte di quelle sonorità. Il nostro intento è quello di suonare quello che più ci piace, che abbia groove, che abbia energia e dunque che rispecchi la nostra anima! Questo perché quando suoniamo vogliamo essere spontanei, diretti, veri, senza filtri. Essendo un trio elettrico e non usando tutta l’elettronica di oggi, siamo coscienti che può esserci un rimando forte a quegli anni, ma ci piace mantenere sempre la nostra personalità ed elaborare quella musica in maniera personale.

Ci piacerebbe comunque presentarvi meglio ai nostri lettori. Quando è nata la vostra band e quali sono secondo voi le vostre caratteristiche principali?

La nostra band è nata nell’ottobre del 2015 a Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Una delle caratteristiche principali della nostra band sicuramente è che siamo un trio e questo presuppone che tutti debbano suonare al 100% e molto intensamente per coprire la mancanza di altri strumenti.

Siamo un power-trio classico con voce/chitarra, basso e batteria e questo permette ad ognuno di noi di avere molta libertà di scelta nel suonare il proprio strumento. Ci piace l’atmosfera che c’è in un trio e ci sentiamo a casa in questa tipologia di formazione.

Un’altra caratteristica è che, come dicevamo prima, siamo sempre alla ricerca del groove perfetto, anche nei pezzi più calmi, perché ci piace che ci sia sempre movimento ed energia nei nostri pezzi. Un altro aspetto è che cantiamo in inglese perché riteniamo che si sposi meglio con il nostro genere di musica (e perché a Dario piace cantare esclusivamente in inglese! Ahahah).

Cosa fanno i singoli Electric Souls quando non suonano con la band?

Dario: io sono uno studente magistrale di Psicologia, specializzato in psicologia sociale e di comunità, prossimo a terminare gli studi. Quando non suono e non studio, esco la sera per divertirmi ed assistere ai concerti in città delle altre band locali, qualunque genere sia.

Alberto: io cerco di laurearmi in ingegneria con scarsi risultati. Sono un appassionato di musica, ma anche di cinema, fumetti e di tutto ciò che possa essere definito “cult”.

Alessio: io invece lavoro come programmatore informatico per un’azienda fiorentina e sono un appassionato, oltre che di musica (ovviamente), anche di motori e tecnologia.

Tornando al vostro singolo più recente, “Colorfulness Of You”, qual è stata la sua genesi?

Il pezzo nasce dopo un ascolto appassionato della bellissima musica del grande musicista pakistano Nusrat Fateh Ali Khan. Il nostro intento è stato quello di prendere spunto dalla sua musica, però elaborando quelle sonorità con quelli che sono il nostro modo di suonare, i nostri ritmi e il nostro linguaggio musicale, i generi a cui ci ispiriamo. Abbiamo dunque voluto elaborare il tutto a nostro modo. Dario ha scritto il testo della canzone e ha composto la struttura del pezzo. Tutti insieme in sala abbiamo poi fatto le modifiche necessarie fino ad arrivare alla versione definiva.

Sia la registrazione audio del pezzo che il videoclip che lo accompagna vogliono testimoniare la vostra attitudine fortemente live. Cosa vi piace di più dell’aspetto della musica dal vivo?

L’aspetto che più ci piace durante i live è l’adrenalina, l’energia e la condivisione con il pubblico della nostra musica. Il fatto di suonare ma soprattutto improvvisare durante gli assoli nei live crea quasi un’atmosfera spirituale tra la band e il pubblico. Questo è quello che ci rende davvero felici di fare concerti.

Quali sono le principali difficoltà che riscontra un artista quando cerca di procacciarsi date live e qual è la vostra personale esperienza in quest’ambito?

La difficoltà maggiore è quella di trovare i contatti che possano aprirti la strada per suonare in certi locali. Molto spesso non basta dare il cd di persona o mandare una e-mail per suonare, perché se non hai le conoscenze giuste non suoni (almeno a Firenze abbiamo visto funziona così, non vogliamo generalizzare ovviamente). Non sempre magari è così. Ci saranno anche dei locali attenti alle band e ai musicisti, dunque più curiosi e interessati, che ti chiamano a suonare per darti la possibilità di esibirti indipendentemente da chi sei, perché hanno ascoltato i pezzi davvero.

Poi ovviamente dipende dalla tipologia del locale, più locali ci sono e più possibilità hanno le band, in base ai diversi generi, di esibirsi. Abbiamo avuto varie esperienze. Ad alcuni locali è bastato un semplice ascolto e ci hanno chiamato subito a suonare. Altri locali inizialmente non ci hanno richiamato dopo la nostra proposta, ma poi facendo vari concerti si sono convinti o nel frattempo abbiamo sbloccato quei contatti utili che ci hanno permesso così di suonare anche in questi locali.

Possiamo dire con tutta sincerità che per quanto riguarda la nostra attività live non ci si può lamentare! Siamo sempre attivi ogni mese con i live nonostante non abbiamo ancora un’agenzia booking o etichetta che ci faciliti in qualche modo questa ricerca. Per noi è fondamentale fare concerti e più ne abbiamo, più siamo felici!

Qual è fino ad oggi il locale in cui vi siete trovati meglio?

Ci siamo trovati benissimo al Sicurcaiv (Casa del Popolo di Grassina, in provincia di Firenze). Il Sicurcaiv è un appuntamento mensile che fa esibire due band inedite una volta al mese sul palco della storica Casa del Popolo di Grassina dove si sono alternati molti artisti famosi come Afterhours, Kraftwerk ecc. Un ambiente grazie al quale il musicista si sente davvero a proprio agio. Gli artisti hanno la possibilità di esibirsi e presentare la propria musica in questa bella cornice, su un palco nel quale i vari giochi di luce creano un’atmosfera davvero unica per chi suona e per chi assiste al concerto; l’evento è pubblicizzato molto bene perché quel mese è dedicato solo a quelle due band; l’organizzazione della serata e dello spazio era ottima, uno staff davvero squisito.

Anche il CPA (Centro Popolare Autogestito) di Firenze Sud ci è rimasto nel cuore. Un ambiente molto particolare dove la musica è veramente al centro della serata e il pubblico è molto caldo e voglioso di ascoltarti. Fiumi di birra (e non solo…), un palco ottimo e fonico molto competente. Puntiamo a ritornarci al più presto.

Nella vostra carriera avete pubblicato due ep e poi questo singolo, “Colorfulness Of You”. Questo brano preannuncia un album di prossima uscita o comunque un nuovo lavoro più ampio?

Al momento non sappiamo dirlo, ma la speranza di intraprendere quella strada sarebbe davvero fantastica.

Quale sarebbe la definizione esatta di “Earth rock”, il nome che avete dato al vostro genere musicale?

Earth Rock nasce dall’unione di quattro generi, ovvero quelli che ci caratterizzano maggiormente: rock, jazz, funk e soul. La definizione di Earth Rock nasce dall’’idea appunto che le radici del jazz, del soul, del funky si intrecciano in ogni canzone in modo diverso e unico con il rock! Dunque Earth Rock vuole celebrare l’unione di questi generi e al tempo stesso le varie possibili combinazioni che possono nascere unendo questi generi. La nostra anima è rock ma con sfumature jazz, soul e funk!

Dunque i nostri pezzi vogliono esplorare la totalità delle possibilità di questa unione e questo si traduce nel fatto che i pezzi variano anche molto tra loro appunto, ma mantenendo sempre le caratteristiche di questi generi in ogni pezzo, anche in maniera sopita.

Earth” nasce da una parte dall’immagine che le radici di questi quattro generi si uniscono tra di loro e che possano abitare e svilupparsi in un terreno comune; dall’altra parte che questi generi accomunano un po’ tutte le musiche del mondo e dunque Earth vuole cercare di abbracciare questa globalità.

Questa idea è nata anche dal fatto che non sapevamo rispondere alla domanda “che genere fate?”. Dunque abbiamo deciso di adottare questa definizione perché essendo più generi uniti insieme, si è manifestata la necessità di un nome unico che li racchiudesse tutti. Earth Rock è nato in maniera spontanea, tutto qui.

Chiudiamo lasciandovi spazio per eventuali saluti o ringraziamenti o qualunque cosa vogliate dire per concludere questa intervista.

Vorremmo ringraziare in primis Doriana Tozzi e tutto il nostro ufficio stampa Artlovers Promotion perché ci sta aiutando davvero a dare voce alla nostra musica. Un ringraziamento speciale va anche al nostro fotografo/video maker ma soprattutto amico Edoardo Bellante che fotografa e filma la nostra passione in maniera eccezionale perché è davvero un grandissimo artista. Un saluto e un grande grazie anche a Matteo Marliani del Boomker Sound che ha registrato e mixato il nostro singolo. E ovviamente un saluto caloroso a tutto lo staff di Aretusea Magazine!

Ai lettori vorremo dire che il modo migliore per ascoltarci è venire ai nostri concerti! Vi aspettiamo il 20 Luglio in Piazza Tasso a Firenze!

Francesco Poli

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